Campospillo
print this pageAl nome di Tullio Mazzoncini è legata la storia della Resistenza partigiana, prima, e della deportazione politica, poi, nel territorio grossetano. Ma non solo: a lui è legata anche la trasmissione della memoria di quelle esperienze.
Convinto antifascista, subito dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, prese parte alle prime riunioni del Comitato militare provinciale, ospitandole nella sua casa grossetana, la Villa Mazzoncini in Via Mazzini.
Diventato con il tempo luogo sempre meno sicuro per via del chiacchiericcio delatorio e dell’intensificarsi dei bombardamenti, le riunioni del Comitato si spostarono nella tenuta di Campospillo, sempre di proprietà della famiglia Mazzoncini, nel Comune di Magliano in Toscana.
Tra le attività clandestine che si svolgevano a Campospillo, la stampa, a cura di Antonio Meocci, di un foglio clandestino, un notiziario per la Resistenza.
Il 26 novembre 1943, dopo la delazione del fattore di Mazzoncini, la Guardia Nazionale Repubblicana effettuò una perquisizione della tenuta, scoprendo il ciclostile usato per la stampa e alcuni fogli di propaganda. Tullio Mazzoncini fu immediatamente arrestato; Antonio Meocci riuscì a fuggire. Furono individuati – o furono fatti i loro nomi da delatori – come appartenenti al gruppo Albo Bellucci e Beppino Scopetani. Il primo fu arrestato a Paganico insieme a Ultimino Magini; Scopetani sfollato a Scansano con la moglie e il figlio di due anni, fu formalmente invitato a presentarsi in caserma dai carabinieri e invece di fuggire volle presentarsi e fu arrestato.
All’inizio del 1944 per Tullio Mazzoncini, Albo Bellucci e Giuseppe Scopetani si aprirono le porte del lager di Mauthausen. Solo Mazzoncini sopravvisse a quella terribile esperienza di prigionia, lavori forzati, freddo e fame e per tutta la vita cercò notizie e testimonianze sulla prigionia e la morte dei suoi due compagni.
Per ricordare loro e la drammatica vicenda di Etrusco Benci, impegnato nelle lotte politiche contro il nazi-fascismo prima in Spagna, poi nella Resistenza belga, Tullio Mazzoncini alla fine degli anni quaranta fece scolpire all’amico scultore Tolomeo “Meo” Faccendi un bassorilievo in gesso, donato poi dalla famiglia Mazzoncini al Comune di Grosseto in occasione della Giornata della Memoria 2008.
A Campospillo è oggi collocato il calco in bronzo di quel bassorievo. La tenuta, quindi, è per noi luogo della memoria non solo per la storia che la lega al gruppo di antifascisti poi deportati, ma anche per la presenza di un segno, in questo caso non una pietra ma un bronzo, che ne ricorda la memoria.